FORZA BARI!

10 11 2008

Ieri sono andato a nanna profondamente rattristato dalla scomparsa di Miriam Makeba. Oltre al dolore per la scomparsa di un’artista che ha saputo far conoscere al mondo quella faccia dell’Africa non legata alla tradizionale immagine di un continente ripiegato sulla sua povertà e privato della propria dignità dalla fame, ho provato la rabbia dei meridionali onesti di fronte all’ennesimo episodio di tentata estorsione ai danni di chi, tra mille vicissitudini, prova a dar vita a momenti di elaborazione culturale collettiva contro le culture criminali che avviliscono le nostre comunità. Il pizzo richiesto agli organizzatori di una manifestazione contro la camorra, manda a dirci di quanto la cultura criminale si senta inattaccabile in questa fase e di quanto riesca a minare alle fondamenta ogni ipotesi di serena convivenza tra cittadini.
Al risveglio, come ogni mattina, mi dedico alla lettura dei giornali: due notizie mi colpiscono, una buona e una cattiva.
Comincerò dalla cattiva:
Strappata l’opera che ritrae la curva del Lecce nell’ambito della Mostra GAP (Giovani Artisti Pugliesi). Non ci posso credere e non posso che apprezzare la presa di posizione dell’Assessore Nicola La Forgia, ma è il secondo moto di rabbia in poche ore, originato dalla medesima cultura della violenza e dell’intolleranza che costituisce il brodo primordiale di ogni cultura criminale. Segnalazioni di personaggi noti alla comunità cittadina per vicende non proprio edificanti, avevano trovato spazio sulle pagine della stampa locale e messo in guardia sul “rischio” che l’esposizione di un’opera di tal fatta potesse suscitare il risentimento di qualche “tifoso” particolarmente sensibile ed irascibile.
Dalle minacce si è passati ai fatti. Ero a poche decine di metri dal luogo del misfatto. La serata passata sul terrazzo del Fortino S. Antonio a seguire la lezione del Professor Franco Cassano. Una lezione dedicata in gran parte al concetto di Bene Comune ed alla crisi che ha avuto la capacità di snaturarne il senso, seguita da un centinaio di persone incuranti del freddo umido. Una serata dedicata alla ricerca degli elementi che possono riportare una comunità a sentirsi tale stringendosi intorno ad elementi che si possano sentire propri, ma non in termini esclusivi. E di qui la difficoltà a tracciare un limite, un confine identitario che avrà l’immediata conseguenza di escludere e quindi di circoscrivere la funzione pubblica del bene comune. Quanto erano vicine e quanto lontane da quel gesto di violenza queste riflessioni. Ripenso a Napoli ed ai recenti fatti di Taranto, dove è stata messa in fuga una produzione cinematografica, ma non posso fare a meno di pensare ai farmacisti e a tutti coloro che lavorano negli esercizi pubblici delle nostre città.
Eroi silenziosi, si confrontano quotidianamente con la violenza che si respira troppo spesso lungo le strade delle città meridionali, dei quali si hanno notizie solo quando la violenza si traduce in tragedia. La strada è un luogo a me caro e non ho mai smesso di praticarla. Quello che più mi fa male, oggi, è cogliere una sorta di accondiscendenza nei confronti di questo atto. Sono certo di scontrarmi con il senso comune prendendo questa posizione come questa, perché il calcio per alcuni costituisce un’oasi di impunità, una sorta di religione laica laddove è prassi non avere rispetto di niente e di nessuno e gesti come questo fanno parte dell’ordinaria amministrazione. Il calcio è un fenomeno culturale egemone, uno di quei temi sui quali serve una minima infarinatura per trovare argomenti di discussione laddove non esistono altri margini di confronto dialogico. Se un artista prova a leggere il fenomeno con spirito laico, è degno di essere additato come eretico e irrispettoso nei confronti della cultura dominante. L’attuale cultura dominante non ammette altri punti di vista. L’immagine della nostra città, al di fuori delle mura cittadine, è unilateralmente legata agli aspetti peggiori, a questa egemonia della cultura criminale e risultano al momento vani gli sforzi di tanti e tante che lavorano quotidianamente, con passione e convinzione, per costruire un’alternativa e non rimanere schiacciati da questa realtà. Si sta investendo e scommettendo tanto sul settore della produzione culturale nella nostra regione e la strada intrapresa non dovrà essere abbandonata, se si vogliono raccogliere i frutti di investimenti che avranno un ritorno non monetizzabile e che potrà essere percepito solo sul lungo periodo. In molti continuiamo a coltivare l’ambizione di candidare Bari a “capitale europea della cultura” . Il recupero della Sala Murat, che ospita la mostra, alla causa della produzione e della fruizione culturale ha rappresentato il primo tassello del percorso in questa direzione. Evidentemente c’è bisogno ancora di tanto lavoro per far si che la libertà espressiva e la diversità vengano colti come una ricchezza e non come un fattore di inquinamento da espungere.
Con queste mie riflessioni non voglio criminalizzare il calcio, passione che ha caratterizzato la mia infanzia, né allungare ombre di cupo pessimismo sul futuro della nostra città. Abbiamo tutte le potenzialità per costruire un futuro diverso.
Le classifiche dei campionati di calcio rappresentano meglio di qualsiasi indagine statistica i rapporti di forza, economici, politici e sociali, fra le diverse anime del paese e sarebbe necessario un cambiamento radicale della cultura più profonda di questa città per salire in serie A e non scendere più. Solo una grande comunità cittadina potrà esprimere una grande squadra e se non impariamo ad avere cura di quanto di meglio questa sa esprimere e ad accogliere la diversità come un fattore di sviluppo, ogni velleità di scendere dall’ascensore (fermo ormai da tempo ai piani inferiori) potrà essere messa da parte.
La buona notizia è che sono in arrivo in Puglia, tra il 5 ed il 7 dicembre, una serie di compagnie di artisti che coloreranno le strade dei capoluoghi di Provincia, tra le quali lo straordinario “Cirque du Soleil”!
Spettacoli che rappresenteranno l’occasione per fare festa e vivere la strada con gioia, per immaginare e sognare insieme la città che verrà.
Forza Bari!


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3 responses

11 11 2008
tarshito

caro Fabio, sono contento di questo tuo essere vicino alla gente in piena “normalità”. Fai avvicinare le persone al potere politico fino a farle sentire, almeno un pò, frammenti, parte del Tutto. Grazie. Tarshito

11 11 2008
Anna Maria Montanaro

A proposito del fare cultura della non violenza, anzi di prevenzione alle forme di violenza da quelle evidenti a quelle nascoste magari proprio dalle pareti domestiche, a lavorare tenacemente e costantemente si è in tanti e non solo nelle città delle Provincie, ma anche nei paesi di provincia che continuano evidentemente a rivendicare una propria identità, rifiutandosi di essere destinati a diventare aree suburbane e relegati nella sottocultura.
L’Associazione che rappresento ha molto faticosamente, ma con molto successo, promosso un’iniziativa culturale che si è conclusa nelle serate del 30 e 31 agosto a Polignano a mare, si tratta di un premio letterario dedicato alle donne, Inchiostrobianco, che ha raccolto donne provenienti da tutta Italia, dalla Sicilia alla Lombardia e dall’estero, ma nonostante le difficoltà di raccogliere sostegno dalle Istituzioni, abbiamo riscontrato anche l’assenza dei rappresentanti Istituzionali.
Abbiamo diffuso cultura di genere, coscienza di cultura al femminile che solo se compenetra il dna di tutta la società ci solleverà da comportamenti criminali a danno delle donne, dei loro figli, creando una società equa, solidale e condivisa.
Come vede assessore, l’indifferenza alberga nei cuori di tutti, ed è lo strumento che uccide tutte le migliori intenzioni.
Credo sia proprio su questo che contano certe ideologie e politiche, sfibrarci, sfiancarci, per farci confluire tutti nel privato silenzioso e inattivo.
Le dovrei raccontare quello che accade ai centri antiviolenza della Puglia? Mi astengo, perchè è dovere politico, sociale e civile che riguarda cittadini e amministratori, interessarsi a tali vicende. Noi cogliamo il vuoto!
Forse esiste una violenza, una criminalità di serie A ed una di serie B?
Le nostre attività proseguono, i nostri progetti verranno ancora proposti alle Istituzioni, ci aspettiamo che sia tutto il territorio della nostra bella provincia ad essere promotore di un grande laboratorio della cultura della pace.
Anna Maria Montanaro
Presidente Associazione “Safiya” Onlus
centro antiviolenza e centro di promozione sociale e culturale delle donne
Polignano a Mare (Ba)

11 11 2008
Fabio

C’è un bellissimo motto che amo ricordare quando si affronta il tema della capacià di accogliere di questa terra: “A Bari nessuno è straniero!”. Ne parlano con orgoglio i gesti, gli odori, i volti e persino le pietre di questa città.
Testimoni di un viaggio idealmente partito il 15 marzo scorso con lo sbarco gioioso dei 100 mila durante la giornata della memoria in ricordo delle vittime delle mafie, per la prima volta ho sentito un’unione profonda della politica, degli amministratori e della società responsabile a favore di un percorso comune, per quel bene comune spesso consumato dall’individualismo esasperato, da una palese disabilità al dialogo, dalla sfiducia nel futuro che un’esistenza precaria iniette letalmente in noi giovani. Sogno anch’io di riprendermi questa terra, di farci abbracciare dalle altre culture e non voglio che l’unica declinazione possibile dello sviluppo nella mia regione sia il turismo. Abbiamo bisogno di una nuova idea di sviluppo. Che non crescerà finchè cancelleremo le piazze con i parcheggi, chiuderemo i collegi universitari e ridurremo ogni altro spazio di condivisione.

fabio

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